CICLO DEEP DRAWNING - LA MORTE DELL'ALGORITMO, STANZA DEL CAMINO ALLA GIUDECCA
PERIODO: 25.11.2021 - 25.11.2021, Fondazione Bevilacqua La Masa GiudeccaProgetto in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa e l'Università degli studi di Trieste.
LA MORTE DELL'ALGORITMO
Il ciclo Deep Drawing si compone di una serie di performances, con l'intento di promuovere una riflessione critica nell’ambito della robotica e dello sviluppo dell’attuale ricerca sugli algoritmi nell’espressione artistica. Nell'epoca dei social media e in una società sempre più tecnologica, nell'ambito dell'arte si assiste a una presenza sempre più pervasiva dell'intelligenza artificiale, attingendo a tutto ciò che il mondo della matematica e del computer conosce e condivide. Le nuove esperienze artistiche e i nuovi strumenti di comunicazione artistica si inspirano a risultati scientifici e tecnologici. Il rapporto tra arte, software e nuove metodologie per praticare l'arte ha innescato una nuova riflessione sul concetto stesso di ”arte” e autorialità dell’opera. Il Deep Drawing è il processo di creazione di spazi cavi da una lastra piatta. In senso lato, in questa iniziativa, rimanda ai robot che, interpretando l’azione del braccio, secondo una sofisticata progettazione algoritmica, esprimono livelli di comunicazione complessa, confrontandosi con l’esperienza materiale e simbolica del disegno, come è andata costruendosi nella nostra cultura.
Il primo progetto a essere presentato è La morte dell'algoritmo di Paolo Gallina . L'idea è quella di equiparare il cervello umano a quello robotico, insinuando la possibilità di morte implementando l’algoritmo.
INTERVISTA A PAOLO GALLINA
La morte dell'algoritmo di Paolo Gallina Il 25 novembre 2021 è stato presentato il progetto "La morte dell'algoritmo" di Paolo Gallina. L'idea alla base del progetto è quella di equiparare il cervello umano a quello robotico, insinuando la possibilità di morte implementando l’algoritmo. Gli attori della performance artistica sono un robot, un algoritmo e una sorta di maglio. L’algoritmo, ossia il ”cervello” del robot, a mezzo del braccio robotizzato, realizza alcune incisioni su lastre di zinco.
Il soggetto di ogni incisione è il medesimo: una figura femminile. Come il cervello dell’uomo invecchia e muore, così nella performance quello del robot ”invecchia digitalmente” e ”muore digitalmente”. Nel processo distribuito nel tempo ogni incisione successiva è sempre più imprecisa e tremolante nel tratto rispetto alla precedente, come se il robot fosse in preda a una malattia degenerativa che produce forme irriconoscibili.
L’hard disk come memoria attiva di questo processo sarà oggetto dell’atto finale del robot, con il quale le lastre incise diverranno atti irriproducibili e definitivi. L'azione si si è svolta all'interno di un perimetro asettico e minimalista all’interno della grande Stanza del Camino alla Giudecca; una virtuale aula accademica che accoglie un ”anomalo studente”.