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Esplora la mappa interattiva che indaga i beni relazionali
Rappresentazione grafica Beni Relazionali

Bene relazionale

Il concetto di bene relazionale, comparso nel dibattito scientifico a livello interdisciplinare a partire dalla metà degli anni ’80 del ‘900, descrive un bene immateriale (Gui), molto importante per la “fioritura umana” (Nussbaum), che coincide con una relazione di natura non strumentale tra persone non arbitrarie (Uhlaner) che emerge (Donati) dal loro interagire reciprocamente secondo una logica prevalentemente incondizionale, ovvero non guidate dalla certezza di ciò che si avrà in cambio, come avviene al contrario in relazioni contrattuali. Per questo i beni relazionali possono essere considerate quelle relazioni che sono beni in sé e non perché utili ad altro (Nussbaum) generate da “incontri di gratuità” (Bruni), possibili quando all’interno di determinate configurazioni relazionali, strutturate da reciprocità, si inseriscono scelte individuali orientate prevalentemente da incondizionalità.

Commons

Si tratta di una particolare categoria di beni pubblici. I commons* sono infatti beni a proprietà comune (un pascolo comune a più allevatori, un centro storico…) non-escludibili, come i beni pubblici puri ma, a differenza di questi, rivali: nessuno dei proprietari può essere escluso dai benefici che il bene produce ma i fruitori interferiscono tra di loro quanto ad utilità goduta dal bene stesso.


ANALISI ECOLOGICA DEI BENI COLLETTIVI

FABIO PRANOVI, PROFESSORE ASSOCIATO PRESSO IL DIP. ENVIRONMENTAL SCIENCES, INFORMATICS AND STATISTICS - UNIVERSITÀ CA' FOSCARI VENEZIA / VENEZIA

La sostenibilità a lungo termine degli ecosistemi e dei servizi che essi generano dipendono dalla conservazione della biodiversità alle diverse scale spaziali (dalla micro a quella di paesaggio) Uno dei fattori che ha storicamente contribuito in maniera sostanziale a formare ma anche a diversificare il paesaggio è sicuramente l’agricoltura.I paesaggi agricoli tradizionali sono spesso ricchi di specie, comprendono una grande varietà di habitat e di successioni ecologiche. L’intensificazione dell’agricoltura tuttavia, ha comportato una riduzione dell’area dedicata agli habitat seminaturali, come siepi e prati, l’aumento delle dimensioni dei campi e una generale semplificazione del paesaggio Effetti negativi dell’intensificazione agricola sono stati dimostrati per molti gruppi di organismi e servizi ecosistemici.Le attività ‘messe in campo' dall'agricoltura biologica sembrano in grado promuovere una riduzione degli impatti legati all'erosione/degradazione del suolo, tipici dell'agricoltura classica, favorendo invece alcuni processi ecologici che contribuiscono al mantenimento dei servizi ecosistemici.

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LA MISURA DEI LEGAMI

LICIA PAGLIONE, DOCENTE DI SOCIOLOGIA DELLE RELAZIONI UMANE - ISTITUTO UNIVERSITARIO SOPHIA / LOPPIANO FILIGINE E INCISA VALDARNO

E’ possibile osservare e misurare empiricamente il bene relazionale, nonostante la sua natura immateriale, attraverso approcci che sappiano analizzare le relazioni e coglierne la qualità, elemento essenziale per distinguere il bene relazionale da altri tipi di relazione (ad esempio: strumentali, di potere).Ciò richiede di osservare un certo fenomeno oggetto di studio dal punto di vista relazionale, ovvero come una struttura, una configurazione relazionale entro cui si attivano scelte individuali. E tale osservazione diventa possibile avvalendosi - e questa è la prospettiva di osservazione utilizzata in questo lavoro - di due differenti, ma tra loro coerenti approcci che guardando alle relazioni nella loro componente strutturale (la reciprocità come struttura che emerge dall’agire reciproco) e nella loro componente individuale (legata alle motivazioni e alla logica che guida l’agire): la Social Network Analysis e il Paradigma del dono.

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RELAZIONI UMANE E NUOVI MODELLI ECONOMICI: UN APPROCCIO ANTROPOLOGICO

RITA VIANELLO, DOCENTE DI ANTROPOLOGIA CULTURALE PRESSO IL DIPARTIMENTO DI STUDI UMANITICI, UNIVERSITÀ CA' FOSCARI VENEZIA / VENEZIA

Al fine di realizzare uno studio approfondito del bene relazionale e per l’osservazione e misurazione di questo particolare bene immateriale, è fondamentale affiancare alla raccolta di dati prettamente quantitativi anche un’analisi degli aspetti qualitativi di tale bene. Le diverse metodologie che caratterizzano le discipline demo-etno-antropologiche sono state adottate nel corso della ricerca per raccogliere quegli aspetti che sarebbero altrimenti potuti sfuggire ad un esame limitato all’aspetto quantitativo. Le caratteristiche tecniche di ricerca dell’etnografo che si sono scelte di applicare includono: l’osservazione partecipante, cioè l’osservazione e la conoscenza diretta dei luoghi e dei comportamenti dei contesti d’indagine, la conversazione con le persone sviluppata con diversi gradi di formalità, la raccolta delle storie di vita delle persone.

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BENI RELAZIONIALI E RADICAMENTO NEI LUOGHI: UNA PROSPETTIVA TERRITORIALE

ELENA GRANATA, PROFESSORE ASSOCIATO DI URBANISTICA, POLITECNICO DI MILANO / MILANO

Gli individui non sono agenti isolati, ma vivono in gruppi, in famiglie, in comunità con le quali condividono tratti della vita. Un individuo interagisce prevalentemente con altri componenti delle specifiche cerchie sociali o reti sociali cui egli appartiene; la vita sociale è composta da persone intrinsecamente legate le une alle altre. Tale radicamento sociale degli individui e delle organizzazioni in reti di relazioni produce esiti di allargamento delle motivazioni, rispetto a finalità strettamente utilitaristiche, verso l’arricchimento delle relazioni sociali, con impreviste combinazioni di transazioni economiche e interazioni sociali (è il concetto di embeddedness definito da Granovetter).

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